Carl Gustav Jung e Luigi Fantappié - «Sincronicità», «sintropia» e nuova cultura
Una caratteristica delle ricerche di questi decenni è quella relativa al rapporto che esiste fra le dimensioni più profonde e quella spazio temporale del cosmo, ed in particolare come l'atemporale e l'aspaziale si proiettino nello spazio tempo. Ed inoltre il problema di come riconoscere nelle sue fonti aspaziali e atemporali ciò, che appare invece in forme spazi al i e temporali.
Sul piano della ricerca, uno dei caratteri emergenti di essa è appunto questo. E da codesti interessi sul piano scientifico, che sono riapparsi commenti occidentali, in questo senso, ad opere, che già secoli or sono trattavano in Oriente con altro linguaggio questi argomenti. Opere di derivazione certamente del periodo di cultura orale, come il cinese «I-King», che appunto tanto interesse destò in studiosi come Richard Wilhelm e Carl Gustav Jung. E si è ridestato l'interesse per le concezioni del matematico filosofo Gottfried Leibniz, che aveva più di due secoli or sono, coraggiosamente parlato in Europa appunto dell'I-King.
Jung specifica chiaramente che ciò che caratterizza i fenomeni da lui definiti di sincronicità, è il fatto che essi derivano non da un rapporto «causale» ma bensì «significativo».
In questo modo, Jung si pone su un piano di profondità ed illumina il rapporto psicofisico che esiste tra la dimensione fisica e le altre dimensioni. Egli porta l'attenzione sulla fenomenologia, che deriva dall'esistenza nel profondo psichico collettivo ed individuale di quelli che, riprendendo il termine di Sant'Agostino, definisce «archetipi».
Scrive Marie Louise von Franz: «Il fenomeno più essenziale e forse più impressionante nei fenomeni di sincronicità, è il fatto che la dualità di psiche e materia sembra in essi annullata. Sono perciò un accenno empirico, ad un'unità ultima di tutto l'essere, che Jung chiama «unus mundus», rifacendosi alla filosofia naturale medioevale».
Tutta questa ricerca sulla sincronicità, ci ricorda la geniale impostazione cosmologica di un grande studioso italiano e cioè Luigi Fantappié. La modalità «sintropica» di cui parla questo studioso, alternativa di quella «entropica» e che coordina finalisticamente su altro livello i fenomeni, che sul piano «entropico», appaiono divisi e scissi, ci ricorda in qualche modo la sincronicità di Jung. Entrambe queste concezioni si fondano su argomentazioni di ordine scientifico e sono all'origine di successive ricerche e sviluppi. Anche l'impostazione cosmologica di Fantappié, ci ricorda quella relativa all'interpretazione dell'I-King, effettuata dal filosofo cinese Wang Fu Chi (1719-92), quando afferma che ogni esistenza è basata su di un continuum onnicomprensivo e di per se ordinato. Ma tutto questo non cade sotto i sensi, dato che non appare ad essi.
L'importanza di interpretazioni, come appunto quella di Carl Gustav Jung e di Wolfang Pauli per la sincronicità e l'altra relativa a «sintropia» ed «entropia» di Luigi Fantappié nell'ambito della fisica matematica, sono non solo molto importanti sul piano della psicologia e della cosmologia, ma indicano, fra le altre cose, l'avvento di una più profonda cultura relativa all'universo ed all'uomo. Dall'orizzontale la ricerca comincia a spostarsi anche al verticale.
I libri di Luigi Fantappié sono pubblicati da Di Renzo Editore